Riaprono le porte dei Musei nel Canton Ticino: fra i primi il Museo delle Culture di Lugano con il supporto di Capitale Cultura International

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11 Maggio 2020

Questa mattina alle ore 11 il Museo delle Culture di Lugano riapre i battenti al suo pubblico che potrà fruire della bellezza degli spazi e delle collezioni in sicurezza, grazie agli accorgimenti messi in atto dalla Fondazione Culture e Musei in collaborazione con Capitale Cultura International, per tutelare il distanziamento sociale e, conseguentemente, la salute del visitatore.

Grazie infatti all’apposita segnaletica, ai pannelli in plexiglas, ai percorsi tracciati sul pavimento che garantiscono il rispetto della distanza di due metri tra i visitatori, il Musec ha potuto riaccogliere il pubblico con un mese d’anticipo rispetto a quanto preventivato inizialmente e in totale sicurezza. Gli interventi, coordinati al responsabile dei servizi museali di Capitale Cultura International, Thomas Cieslik, permettono, così, di lanciare un segnale positivo e deciso al mondo della cultura svizzero e non solo, grazie anche alle precise direttive del governo.

All’interno dello Spazio Cielo del Musec sarà possibile visitare una nuova esposizione temporanea, composta da una selezione di tessuti e tappeti tradizionali provenienti dal Marocco e dalla collezione di Annette Korolnik, nota collezionista di tessili e piatti del Marocco. La collezionista, inoltre, è stata largamente coinvolta della realizzazione del progetto insieme a Paolo Maiullari, il curatore del Museo, e, con lui, ha firmato il bellissimo catalogo. Questa novità espositiva dialoga e completa l’esposizione che si colloca al piano terra del Museo, all’interno dello Spazio Maraini, dove si possono ammirare i ritratti impressionisti del Marocco, un percorso di visita ideato e realizzato da Roberto Polillo.

Infine, con questa riapertura, sarà possibile per il pubblico visitare anche i capolavori dell’arte dei Dayak del Borneo, esposti all’interno di Villa Malpensata, prima che gli stessi spazi accolgano, durante l’estate, oltre cento opere in una nuova grande esposizione dedicata alla pittura giapponese dal XVI al XIX secolo.

Un segnale di ripartenza che, come detto, dà speranza al mondo della cultura e che, speriamo, presto possa essere seguito da molti altri casi, come, ad esempio, il Museo delle Dogane svizzero, che si sta preparando per aprire alla stagione 2020 con importanti novità espositive.

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